Immagina. Un viaggio di poche ore d’aereo e potresti giungere ad Askar, piccola cittadina a due passi da Nablus, forse – non tutti sono d’accordo – l’antico villaggio di Sicàr. Terreno pietroso, qualche arbusto, suolo arido, polveroso, senz’acqua. Terra di Samaria, che somiglia alla nostra, al nostro cuore che ha sete, sete di vita (Sal 63,2). È mezzogiorno, fa caldo e c’è Gesù sudato, stanco, affaticato e sporco dal viaggio e dal lavoro che sta compiendo, l’opera per il quale il Padre lo ha mandato, quella di vangare la terra (adama’), dissodare i cuori degli uomini perché ricevano il seme della Parola che dona la vita (Mt 13,3-9).