RACCONTI

Notizie dai Sicomori

In queste righe trovate il racconto dell’esperienza delle comunità di orientamento e discernimento vocazionale per giovanissimi chiamate “Sicomoro”, presenti a oggi nelle nostra diocesi. In questo intervento ho scelto di far parlare le coppie che seguono i nostri ragazzi, perché penso che sia bello e utile “conoscere l’esperienza” da chi la vive in linea diretta. Ricordo, inoltre, che proprio in questa settimana (come già in altre occasioni) il nostro Vescovo Oscar sta incontrando i giovanissimi, le famiglie, le equipe educative per rendere sempre più fraterna e salda la reciproca conoscenza con le diverse comunità “Sicomoro” della diocesi.

Dal Sicomoro di Bormio

foto sicomoro bormio.jpgSiamo ormai a metà dell’ottavo anno di questa avventura che si chiama Sicomoro. Proprio in questi giorni,condividendo con un amico quest’esperienza,abbiamo ripercorso il cammino fatto in questi anni. Abbiamo rivisto il volto e ricordato le particolarità di tutti i ragazzi passati alla casa del Sicomoro: ben venti; che ricchezza e che fortuna aver avuto la possibilità e la gioia di incontrare ognuno di loro nella propria diversità! ma certamente unico e irripetibile! Si è creato un sincero legame di affetto ed amicizia con tutti, ci sembra davvero di vivere le settimane al Sicomoro come una vera famiglia e come tale condividiamo gioie e tristezze, i traguardi raggiunti,ma anche le sconfitte; cantiamo, giochiamo, scherziamo con grandi risate, studiamo e non da ultimo preghiamo. La preghiera, con l’aiuto di don Francesco, è diventata per noi e per i ragazzi, un punto di forza: si cercano con più frequenza i momenti per stare con Gesù nella cappella che abbiamo in casa; la Messa di ogni giorno in comunità è diventata pane quotidiano. Se facciamo un bilancio della strada percorsa,dobbiamo dire con sincerità che i passi sono stai tanti,alle volte magari un poco faticosi,ma la famiglia del Sicomoro di Bormio è sicuramente cresciuta, osiamo dire un po’ sottovoce, in età, sapienza e grazia. Per noi, come coppia, questa esperienza è stata davvero un grande regalo che ci ha aiutato a crescere nella nostra piccola fede, ci ha dato gioia, ha riscaldato e riscalda tutt’ora i nostri cuori. Un grande grazie a chi ha avuto fiducia in noi dandoci questa opportunità e a tutti i ragazzi passati alla casa del Sicomoro. La nostra riconoscenza più grande certamente a Dio che ci ama e veglia su di noi!

Daria e Roberto

Dal Sicomoro di Lomazzo

sicomoro lomazzo foto.jpgL’esperienza Sicomoro è ormai una realtà nella nostra vita; a Lomazzo, nella ex casa parrocchiale noi ed un giovane sacerdote. Otto settimane lo scorso anno (una al mese, da ottobre a maggio), con cinque ragazzi; già cinque settimane quest’anno con sette ragazzi, due nuovi se ne sono aggiunti. Diverse sono le angolazioni dalla quali si può fare osservazione e valutazione di quest’esperienza. Certamente, tra le tante, una delle prospettive che più sollecita noi (coppia) è la percezione concreta e vissuta di ciò che fin ora negli anni passati avevamo forse appena intuito e pensato: e cioè che non vi è nella vocazione specifica della maturità (ordine o matrimonio) una completezza se ciascuna delle due non porta con sè una piccola componente (anche solo in minima percentuale) dell’altra: come dire che un matrimonio non è del tutto pieno se non porta con sé una piccola “nostalgia” della vocazione consacrata, e così è di una vocazione religiosa se non porta con sé una pur piccola “nostalgia” di vita relazionata, stabile e definitiva. Insomma, pensiamo e viviamo che l’unità tra la vocazione matrimoniale e quella sacerdotale arricchisce entrambe e può diventare dono e stimolo per altri. Nell’esperienza specifica del Sicomoro, pur nella familiarità che si genera tra di noi, è comunque evidente l’unicità della responsabilità, nella gestione del quotidiano fatto di tante piccole cose ma soprattutto nella relazione offerta ed accolta, dove diventa tangibile che l’altro rappresenta per te lo strumento della continua ricerca, della maturazione e sollecitazione a trovare Dio nella tua storia. In questo senso appare come un privilegio, per noi, il constatarlo tra coniuge e coniuge, come pure tra sacerdote e coppia, mentre si accompagnano dei ragazzi nel “come se” fossero tuoi figli. In questa convivenza c’è l’aspetto concreto, pratico, anche di spicciola collaborazione tra noi nella esecuzione gestionale dei compiti che la convivenza richiede, e di complementarietà nell’azione educativa verso i ragazzi, ma sopratutto c’è lo stimolo alla ricerca di senso (significato e direzione) che la vita quotidiana ha per ciascuno di loro, e di noi. A tutto ciò concorre non poco anche il semplice essere fuori dagli schemi e dalle tradizioni comuni che si formano in casa propria, perché qui si realizza quasi una sorta di essenzialità della vita familiare. Ovviamente questa realtà del Sicomoro non esclude in qualche modo la fatica della relazione reciproca, in tutta la sua dimensione di realtà non scontata; ma è una “ fatica benedetta”, perché la passione per l’altro ti fa scoprire l’annuncio per te e la quotidianità si rivela con stupore come in una riscoperta.

M.G e A.

Dal Sicomoro di Olgiate Comasco

foto sicomoro olgiate 2.jpgIn questi ultimi anni ci è capitato spesso di rispondere davanti a una proposta o un invito: “no, è la settimana del Sicomoro, non ci siamo”. E di avere dall’altra parte uno sgranar d’occhi “ma cos’è questo Sicomoro?” e di volta in volta vedere lo stupore lieto di chi scopre una realtà piena di speranza come è quella di questo ripensare il seminario minore in chiave familiare. Oppure di incontrare persone in parrocchia che quando ti vedono in oratorio ti chiedono “allora questa settimana ci siete? Vi portiamo una torta!” O le uova, o la pasta, o cucinano magistralmente al posto nostro una sera alla settimana. E il rapporto con le famiglie, di stima di aiuto e di fiducia! E vedere uno sguardo di benevolenza per i ragazzi, quando arriviamo alla Messa vespertina in truppa, come una famiglia turbolenta… E sapere che la preghiera per loro e per noi non manca mai! Grazie! Fosse per le nostre capacità, non avremmo nemmeno cominciato. Ma ci saremmo proprio persi il meglio, cioè vedere che il Signore vuole fare proprio con quel niente che siamo. Perciò noi ci mettiamo quel poco che serve per aprire la porta di casa e vivere insieme questa settimana…. Ci mettiamo la sveglia presto, le lodi insieme a turni, la spesa, la cucina le cose di tutti i giorni, l’essere lì ad accogliere quando uno arriva “storto” da scuola, o soddisfatto di un’interrogazione andata bene.. Il cercare di riconoscere un peso, una paura, una tristezza e l’offrire ascolto o semplicemente la presenza. L’insistenza che si riconosca nello studio fatto bene un compito e una grazia… Quel niente che al Signore basta per compiere la Sua opera, poi ci pensa Lui! Abbiamo visto nel tempo i “nostri” ragazzi crescere. Li vediamo stringere legami di amicizia e di aiuto tra loro. Anche di marachelle a dire il vero! è cresciuto un modo diverso di guardarci (per qualcuno eravamo quelli.. che fanno da mangiare) una compagnia nei momenti di gioia, (noi siamo diventati nonni durante la settimana del sicomoro e loro..zii) e uno stare vicino nei momenti faticosi che pure ci sono stati… come è difficile quando un ragazzo se ne va! Eppure accompagnandolo nella preghiera nasce nel cuore la certezza che il Signore ci sorprenderà ancora. La presenza di don Romeo e di don Francesco con il loro modo di essere, uomini e preti, sia nei momenti di sana allegria (che durante le giornate non mancano) che nelle riflessioni o nel lavoro insieme e… anche quando si torna a casa, perché continua il rapporto di amicizia e il vivere la Chiesa in parrocchia, è una domanda forte, sempre aperta. I momenti di incontro in seminario con i ragazzi degli altri Sicomori, la vicinanza paterna del vescovo Oscar e prima di lui del vescovo Diego sono anch’essi una provocazione al nostro cuore. Perché al Sicomoro si sta, – noi genitori e preti e loro ragazzi – e a casa si torna, con un compito, o meglio una domanda aperta: “Signore cosa vuoi che io faccia?”.

Pinuccia e Gilberto

Nei prossimi mesi dovrebbero prendere vita anche inizio i Sicomori di Caspoggio e di Morbegno, il Signore non fa mancare il suo aiuto e continua a operare grandi cose nei cuori di coloro che lo cercano. Vi chiedo di pregare per i ragazzi che stanno vivendo quest’esperienza, per coloro che la inizieranno e anche per me, la Provvidenza di Dio ci doni ciò di cui abbiamo bisogno e ci sostenga nel cammino come Chiesa di Dio. Maria, Madre delle vocazioni interceda per noi!

don Silvio Bellinello